Letteratura

Malvaldi: L’infinito tra parentesi. L’analogia tra scienza e poesia

Dalla scienza al giallo, dal giallo alla scienza

Il 16 novembre scorso, nella bellissima location di palazzo Rasponi, Marco Malvaldi, noto ai più per i suoi romanzi gialli ambientati al Bar Lume, ha presentato il suo nuovo libro “L’infinito tra parentesi”, mostrando un lato di sé per lo più sconosciuto e conquistando i presenti.

Siamo abituati ad immaginare gli autori di romanzi come dei topi di biblioteca e Malvaldi in effetti di libri ne ha letti davvero tantissimi prima di mettersi a scrivere. Ma la sua biblioteca è molto più ampia di quella che ci saremmo immaginati. Malvaldi non si è fermato agli scaffali di poesia e letteratura. Anzi, ha spulciato a fondo anche quelli di fisica, biologia, scienza e storia.

Non è difficile farsi vincere dallo scetticismo quando un autore conosciuto per i suoi romanzi gialli si dà a qualcosa di totalmente diverso. Dopo aver scoperto che la sua formazione è partita dalla scienza per arrivare solo successivamente alla letteratura, e non viceversa, però, si resta meravigliati davanti alla sua strabiliante capacità di unire le due materie.

Scienza e poesia, due sfere complementari

Malvaldi racconta le grandi scoperte della scienza e i processi che hanno condotto a loro con la stessa procedura dei romanzi gialli. Non li svela immediatamente, ma dà degli indizi, percorre più strade, crea della suspance, lascia in sospeso delle cose (che il lettore più disattento può già aver dimenticato) per poi riprenderle qualche pagina più tardi.

L’intento di Malvaldi è quello di dimostrare che poesia e scienza non sono due mondi agli antipodi. L’autore toscano le intende come due sfere complementari che tante volte nel corso dei secoli si sono venute incontro. Da Omero a Galileo. Dagli atomi dei tempi di Lucrezio a quelli di oggi. Da Ada Lovelace a Turing, poesia e scienza sono entrate in contatto e hanno fruttato molto più di quanto avrebbe potuto se fossero rimaste separate. Malvaldi non si accontenta di esporre la sua teoria, da buon scienziato ne raccoglie le prove e le espone.

La prova della sua teoria

E una delle prove più lampanti della sua teoria sta proprio nel titolo del suo libro: L’infinito tra parentesi. Questo piccolo inciso, infatti, ha una doppia valenza che si sposa perfettamente con l’intento di Malvaldi:

  • le parentesi hanno valenza sia nella poesia (come pausa all’interno di un determinato scritto) che nella matematica (dalle espressioni più semplici fino alla matematica più estrema).
  • l’infinito può essere inteso sia come concetto poetico (vedi Leopardi) che come concetto matematico rappresentato da un 8 steso in orizzontale.

Qualsiasi attributo si sceglie di dare alle parentesi e all’infinito, la teoria di Malvaldi funziona con una straordinaria analogia. In poesia come in matematica, il suo breve titolo riesce a sintetizzare in un verso o in una formula, che dir si voglia, un concetto che per essere spiegato in ogni minimo dettaglio necessita di tante pagine e di tanta tanta concentrazione.

L’infinito tra parentesi è un’analogia perfetta. Così come una formula riesce a racchiudere in sé la spiegazione di una altrimenti incomprensibile ai comuni mortali legge della fisica, allo stesso modo una poesia raccoglie in sè infinite emozioni, sensazioni, idee, possibilità e persino precocissime invenzioni.

Un consiglio ai lettori

Per chi “divora” i libri in gran velocità per scoprire la trama, il finale e l’evoluzione dei personaggi, questo non è certo un libro facile. Il più vorace dei lettori dovrà rallentare, scorrere le pagine lentamente. A volte persino rileggere più volte la stessa pagina.

L’infinito tra parentesi è un libro da leggere un capitolo alla volta, da assimilare piano piano, quasi da studiare se si vuole che una traccia resti indelebile nella memoria del lettore. Perché come dice Malvaldi stesso , i ricordi sono strettamente legati alle emozioni e se un libro viene letto troppo in fretta non fa in tempo ad emozionare.

 

Informazioni sull'autore

Adriana Giombarresi

Lettrice vorace di libri (soprattutto di quelli di Camilleri), amo disegnare, sia con matite e colori, sia con il prezioso aiuto di Illustrator e famiglia.