Arte

Giornate FAI a Ravenna. In fila alla Biblioteca Classense.

Giornate FAI a Ravenna

Certe cose non si vedono tutti i giorni. Una lunga fila di persone ansiose di entrare in biblioteca è una di queste. Alle 10.30 della mattinata di ieri, domenica 26 marzo, via Baccarini pullulava di gente in attesa di cominciare la visita guidata presso la Biblioteca Classense di Ravenna. In occasione delle giornate FAI di primavera, infatti, sono state rese fruibili alcune aree che erano state chiuse al pubblico per restauro.

 

Giovani ciceroni per le Giornate Fai

A fare da Cicerone, circa 200 ragazzi delle scuole medie e superiori della città che si sono alternati per raccontare a noi visitatori i particolari della biblioteca. Nata come Abbazia di monaci camaldolesi nel XVI secolo, la Classense si sviluppa su 22.000 mq, comprendendo la chiesa di San Romualdo e due chiostri, e custodisce al suo interno più di 700.000 volumi, tra i quali una pregiata collezione di libri danteschi.

Il vestibolo

Giornate FAI in biblioteca

Particolare del vestibolo

Superati i chiostri, i giovani volontari ci hanno accompagnati nel vestibolo, dove spicca il simbolo dei monaci camaldolesi, rappresentato da due colombe che si abbeverano allo stesso calice di vino. La sala, che precede il refettorio, serviva ai monaci per prepararsi al momento del pasto e a ricordarsi che il cibo dell’anima era ben altro. “Dopo aver gustato lo spirito, la carne perde ogni sapore!”, questa più o meno la traduzione della frase la latina che doveva fare da ammenda prepranzo.

 

Il refettorio e Le Nozze di Cana

Quella, però, che tutti aspettavamo di vedere era la Sala Dantesca. Chiamata così nel 1921 perché lì si leggevano le opere del sommo poeta, nasce come refettorio ed è un vero e proprio tripudio di arte. È stata riaperta al pubblico dopo un lungo lavoro di restauro che ha visto il recupero delle sedute in legno originali e del grande affresco che raffigura Le Nozze di Cana. È immensa e maestosa e il grande dipinto, a metà tra un affresco e un dipinto ad olio, realizzato da Luca Longhi nel 1580 ne esalta ancor di più la bellezza.

 

L’Antica Libreria Camaldolese

L’ultima parte della visita si è svolta al secondo piano, dove, oltre il corridoio colmo di ritratti, stucchi e cartine geografiche, due studenti ci hanno fatto entrare nell’Antica Libreria Camaldolese che conserva antichi volumi manoscritti e due bellissimi mappamondi in legno. “In studium non in spectaculum”, dice la scritta all’entrata della sala, invertendo la frase che Senaca scrisse per la biblioteca di Alessandria d’Egitto. Ma qui studio e spettacolo si fondono in una cosa sola e anche il più pigro dei lettori rimane affascinato.

Antica Libreria Camaldolese

I prossimi restauri

particolare dell’atrio dell’antica libreria camaldolese

Sono ancora tanti i tesori della Biblioteca Classense in attesa di essere mostrati al grande pubblico. I prossimi lavori di restauro previsti saranno tutti dedicati al grande salone della ottocentesca Accademia ravennate, dove si trova un pavimento musivo di ben 90 metri quadrati del VI secolo, proveniente dalla Basilica del vescovo Probo a Classe. Tra qualche tempo, altri ragazzi, con la stessa allegria e con la stessa voglia di raccontare, ci terranno compagnia durante altre giornate FAI. Non ci resta che aspettare.

Informazioni sull'autore

Adriana Giombarresi

Lettrice vorace di libri (soprattutto di quelli di Camilleri), amo disegnare, sia con matite e colori, sia con il prezioso aiuto di Illustrator e famiglia.