Letteratura Storia

In Casa Matha la presentazione del libro “300 anni del quartiere Darsena”

Casa Matha (Ravenna) - Aula magna

Martedì 15 maggio, nella splendida location della Casa Matha di piazza Andrea Costa (Ravenna) è stata presentata la nuova opera letteraria “300 anni del quartiere Darsena”, edita dalla Cooperativa Capit.

Composta da due volumi (ognuno di uno spessore molto corposo, a dirla tutta), è il frutto delle ricerche storiche di Franco Andrini, Ubaldo Anzelmo, Claudio Cornazzani, Francesco Donati, Gabriele Gardini, Giorgio Lazzari, Paola Novara, Elisa Peroni e Luciano Valbonesi.

Durante la conferenza, alla quale erano presenti alcuni relatori dell’opera, sono state presentate alcune parti di essa, che mi hanno fatto pensare – con un po’ di ammirazione – che il fascino della nostra città, i monumenti che possiamo visitare in tutta la loro maestosa bellezza, sono il frutto di quello che i nostri antenati hanno fatto decenni, anzi, secoli fa.

Oltre al resoconto oggettivo delle trasformazioni idro-geologiche e politiche che hanno interessato tutta la nostra provincia, sono venuto a conoscenza di tante curiosità che appartengono ormai al passato. Vi voglio indicare solo alcuni punti, assicurandovi che ce ne sono tantissimi altri che per motivo di spazio (e di tempo) non posso raccontarvi:

  • Mosaico all'ingresso di Casa Matha.

    Mosaico all’ingresso di Casa Matha.

    Tra il 1741 e il 1771 ci sono state nel ravennate ben 50 alluvioni (quando si dice “palude”…);

  • Per “bocca” si intendeva la quantità di cibo che una persona media poteva ingerire in un anno; quando poi hanno scoperto il granturco hanno capito che si potevano sfamare di più a parità di bocche;
  • Per cercare di recuperare i soldi necessari alle ristrutturazioni della città era stata introdotta una tassa sul sale di Cervia e si raccoglieva anche una percentuale delle vincite del gioco del Lotto;
  • Il vino rappresentava il 15% dell’apporto energetico della dieta dei nostri trisnonni (e si “allungava” quasi sempre, non solo a casa ma anche nelle osterie);
  • Il Ponte Nuovo di Ravenna, nonostante la sua larghezza, doveva essere costruito in legno (come gli altri due che in pianificazione), a causa della mancanza di risorse economiche. Ma il cardinale Giulio Alberoni, che all’epoca controllava gran parte dell’amministrazione locale, ordinò di prendere tutte le pietre di cui avevano bisogno dalla Rocca Brancaleone, e il ponte fu così realizzato (resistendo – tra l’altro – anche ai bombardamenti della guerra).
Rimorchiatore umano (diapositiva tratta dall'opera).

Rimorchiatore umano (diapositiva tratta dall’opera).

Voglio fermarmi qui, lasciando la possibilità agli amanti della storia di Ravenna di andare ad approfondire di persona sfogliando questi due libri. Sul sito ufficiale dell’editore potete trovare tutte le informazioni sui due tomi. Se interessati all’acquisto potete guardare anche su Amazon e IBS.

Informazioni sull'autore

Roberto Turturro

Nerd, musicista, fotografo.
Sono un amante del dettaglio e delle piccole cose.
Ogni tanto mi perdo a fantasticare su un mondo immaginario in cui gli artisti emergenti riescono ad avere il successo che meritano.