Letteratura

Scrittura Festival: Stefano Benni presenta “Prendiluna”

Stefano Benni

«Quello che entra dalla finestra potrebbe essere: a) un gatto, b) un angelo, c) un diavolo».
Non ci si può aspettare esordio più adatto da Stefano Benni, scrittore, giornalista, drammaturgo e sceneggiatore. Difficile anche sorprendersi del rimprovero a Matteo Cavezzali, tra i responsabili dello Scrittura Festival, che comincia la presentazione dandogli del “lei”: «Prima quando bevevi il prosecco mi davi del “tu”».

Sabato 27 maggio Stefano Benni è stato ospite, in Piazza Unità d’Italia a Ravenna, dello Scrittura Festival. In questa occasione ha presentato il suo ultimo libro, uscito proprio questo mese, dal titolo Prendiluna.
Prendiluna racconta di una maestra in pensione a cui una notte appare Ariel, suo gatto morto da tempo, che le affida una missione: salvare il mondo. Prendiluna, questo il soprannome dell’anziana insegnante, dovrà compiere questa missione consegnando i Diecimici a dieci persone giuste e degne in otto giorni.
Non so voi, ma io sono già convinta.

Stefano Benni

La copertina di Prendiluna

Prendiluna è un romanzo nello stile profondamente ironico di Stefano Benni, che fa confrontare gli esseri umani con l’eventualità apocalittica. Come precisa molto chiaramente, comicità e tragicità non si escludono a vicenda: a volte si attraggono, altre si respingono, ma non sono antitetiche. «Il contrario del comico è l’indifferenza», non la tragicità.
La risata e l’ironia possono essere esorcizzanti in questo senso, aiutano ad affrontare qualsiasi cosa, persino la fine del mondo: è grazie all’ironia che possiamo «non rimanere schiacciati dalla paura».

Argomento quanto mai attuale, visto che nel clima politico attuale il sospetto è sempre dietro l’angolo, insieme all’inospitalità, alla crudeltà e al rischio di una nuova guerra. «Chissà che qualcuno lassù non abbia pietà della nostra condizione», dice Benni. Non riferendosi a Dio, bensì agli alieni. Alieni che potrebbero provare compassione per la nostra razza inferiore e planare con un raggio verde su Donald Trump «facendogli molto male, ma senza ucciderlo, la morte non si augura a nessuno».

Stefano Benni è un personaggio piacevole da ascoltare, divertente e sagace come i suoi libri. Racconta tanto, della sua infanzia, dei suoi gatti, del rifiuto di apparire in televisione, del Premio Strega e della nebulosa credibilità di quest’ultimo: «Ma tanto in Italia ci sono 150 premi, sono più figo io che non ne ho mai ricevuto uno».
L’incontro si avvia alla conclusione con una digressione, potremmo dire, sull’esperienza. «Io ho una certa età, non è un segreto: è scritto lì. Ho 43 anni». Un maestro del surreale deve a sua volta affrontare un po’ di surrealismo: il fatto che sia rimasto pressoché l’unico autore vivente inserito nelle antologie scolastiche. Ed essere inseriti nelle antologie, per carità, «fa piacere, però uno si tocca anche le palle».

In conclusione, alcuni consigli per gli aspiranti scrittori: leggere tantissimo, per conoscere tutte le sfaccettature del settore ed essere colti e informati; scrivere e riscrivere, senza temere la mala copia e pretendendo sempre di più da ciò che si produce; avere pazienza, perché come tanti grandi del passato bisogna essere pronti a ricevere molti rifiuti.

Per informazioni sui prossimi appuntamenti di Scrittura Festival: http://www.scritturafestival.com/

Informazioni sull'autore

Silvia Rossetti

Italianista e multitasker. Scrittrice quando c'è tempo, teatrante per divertimento. Forza Tassorosso.