The Strubellas a Marina di Ravenna
Certo che 45 milioni di visualizzazioni su YouTube non sono mica poche… eppure è proprio questo il biglietto da visita di The Strumbellas che riempiono il Bagno Hana-Bi mercoledì 19 luglio. Il loro singolo del 2016, Spirits, ha spopolato. E proprio loro, The Strumbellas, sbarcano a Marina di Ravenna, a due passi dalla spiaggia con un live intenso e dirompente.
Il concerto
Il fronte del palco è pieno. Anche la duna laterale è colma di gente, seduta là come se fosse una gradinata. Alle 22 passate arrivano gli Strumbellas: Simon Ward, David Ritter, Jon Hembrey, Izzy Ritchie, Darryl James e Jeremy Drury. L’impressione, almeno la mia, è quella di sei allegri canadesi in vacanza. Magliette da spiaggia, cappello di paglia e ampi sorrisi. Ed è propria quest’aria serena e spensierata che guida il live di The Strumbellas al Bagno Hana-Bi. Il loro indie-folk leggero, con ritornelli molto cantabili (non solo Spirits, ma anche Young&Wild) e ritmi accattivanti.
Restano sul palco per poco più di un’ora, regalando una carrellata del loro repertorio, con poche pause e poche chiacchiere. La resa finale è molto piacevole, le canzoni escono come da disco e il pubblico risponde alla grande.
Una breve bio degli Strumbellas
The Strumbellas sono nati nel 2008 a Toronto (Canada). Nelle loro canzoni si respira la trama folk nordamericana, ma senza quella venatura patriottica dei cugini a stelle e strisce. La loro però, come dicevo prima, è una deriva molto più serena, che si adatta perfettamente alla spiaggia dell’Hana-Bi.
Hanno inciso fino a ora 3 dischi: My Father and the Hunter (2012), We Still Move on Dance Floors (2013, già disco premiato ai Juno Awards) e Hope (2016) che li ha portati alla consacrazione.
Promossi o bocciati?
Decisamente promossi. Il loro è un sound vincente. Certo, commerciale, ma vincente. E la location li ha ulteriormente premiati: canzoni come Spirits, The Sheriff, Yong&Wild e Home Sweet Home, cantate sulla spiaggia hanno una marcia in più. Unica nota negativa è la durata del concerto. Un’ora e poco più fa sorridere, soprattutto se si confronta un gruppo così giovane con band ultrasessantenni che reggono la scena per due ore e più. Per ora però, forse è abbastanza. Forse a questi giovani canadesi mancano ancora la giusta esperienza e numerosi dischi da cui attingere. Magari nei prossimi anni sapranno variare di più e sorprendere il pubblico. E poi il concerto era gratis. Che volete di più?