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Anime senza voce – Articolo gallery

Anime senza voce: no agli abusi sui moniri

Le anime senza voce sono quelle dei bambini abusati. Quelli di ieri e quelli di oggi. Quelli che hanno avuto la forza e il coraggio di chiedere aiuto e quelli che ancora soffrono in silenzio.
Il problema dell’abuso sui minori è un argomento scottante, difficile da trattare a parole. E allora arriva l’arte, ad interpretare i silenzi, ad urlare il dolore, a “disturbare” le nostre coscienze distratte.

 

Le opere ispirate alle testimonianze

Più di 60 gli artisti italiani e stranieri che hanno dato il loro contributo alla mostra “Anime senza voce” che è stata ospitata dal 25 al 27 agosto ai Magazzini del Sale di Cervia. Ogni artista ha ricevuto una testimonianza scritta di un bambino, ormai cresciuto, che ha subito degli abusi. I racconti sono stati fatti propri ed elaborati dagli artisti che hanno realizzato per l’evento un’opera inerente al tema e ispirata alle testimonianze.

 

Tante forme per un messaggio

Ne sono nate tante interpretazioni diverse. Alcune delicate e sottili, come il palloncino bucato. Altre quasi brutali, come quella che vede un bambino crocifisso. C’è anche un rimando alle tragedie del mare, che vedono tanti bambini morire insieme ai loro familiari nel nostro mar Mediterraneo. In altri casi gli oggetti si caricano di significato: una sedia vuota, un peluche caduto, un manichino che indossa abiti da bambino. In ogni opera c’è un messaggio, in ogni opera c’è un’anima senza voce che ha finalmente trovato sfogo.

 

Walter Reggiani: favole distorte

Tra i tanti artisti, anche Walter Reggiani, che abbiamo incontrato qualche settimana fa a Palazzo San Giacomo. Walter ci ha raccontato che il suo filone artistico si ispira alle fiabe tedesche e le sue opere rappresentano spesso bambini, ostaggi dei mostri del nostro presente, che vede la tecnologia sostituirsi alla famiglia. I bambini rappresentati da Walter crescono dentro grembi simili a una chiavetta USB e non hanno radici, ma solo “connessioni”. La sua è una denuncia: se i fili che legano le persone sono solo virtuali, i bambini rischiano di rimanere soli e senza voce. In balia di chi può fargli del male, anche semplicemente attraverso uno smartphone. (A questo proposito mi permetto di rimandarvi al nostro articolo sul nuovo libro di Paola Barbato, che affronta nel suo ultimo romanzo il problema dei genitori disattenti che loro malgrado rischiano di mettere in pericolo i loro figli).

 

Far sentire la propria voce e quella dei più fragili

La mostra è stata curata da Brigitte Ostwald, fondatrice di Anime senza voce, l’associazione che dal 2005 si occupa di unire il mondo dell’arte a quello della denuncia dell’abuso minorile. Le opere degli artisti sono state messe all’asta nell’ultima sera di mostra e il ricavato sarà devoluto ad associazioni benefiche e onlus, tra cui Linea Rosa e Muoviti (che sostengono a Ravenna le donne vittime di violenza) e Dallapartedeiminori  (che promuove e favorisce attività di prevenzione e contrasto alle forme di abuso e maltrattamento sui minori nella provincia di Ravenna).  L’arte sostiene le persone e ricorda a tutti che per uscire dalle difficoltà bisogna chiedere aiuto.

 

Informazioni sull'autore

Adriana Giombarresi

Lettrice vorace di libri (soprattutto di quelli di Camilleri), amo disegnare, sia con matite e colori, sia con il prezioso aiuto di Illustrator e famiglia.