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Sognando la Birmania: intervista ad Alice Bandini

Il Natale si avvicina e mentre noi pensiamo all’albero da addobbare e al cenone, c’è chi pensa al suo prossimo viaggio. Ricordate quando vi abbiamo parlato di Alice Bandini e del suo Natale in Nepal? Beh, quest’anno l’insegnante di scuola dell’infanzia di Bagnacavallo vola fino in Birmania per offrire il suo aiuto ad altri 120 bambini. L’abbiamo intervistata per farci raccontare di più sulla sua prossima esperienza.

Perché hai scelto proprio la Birmania?

Perché non è molto distante dal Nepal, il paese in cui sono stata lo scorso anno. Voglio scoprire ancora molto di quella parte del mondo. E, soprattutto, anche lì ci sono molti orfanotrofi e quindi c’è la possibilità di dare una mano agli altri. Mi sarebbe piaciuto tornare in Nepal anche quest’anno, ma ho voglia di aiutare anche altre persone e di vedere nuovi posti.

Quando arriverai nel paese in cui si trova l’orfanotrofio?

Sarà un viaggio lungo. Partirò dall’Italia il 24 dicembre e arriverò all’orfanotrofio solo il 26. Il viaggio è un po’ complicato. Farò scalo a Bangkok e poi arriverò in Birmania in aereo. Dopo di che, dovrò fare 8/9 ore di autobus per percorrere i 300 Km che mancheranno all’arrivo. Lì troverò una ragazza birmana che mi aiuterà ad ambientarmi per i primi giorni. Noleggerò una bicicletta e con quella mi sposterò dal mio alloggio all’orfanotrofio.

Come hai trovato l’orfanotrofio?

Ho usato internet anche questa volta. Ho fatto una ricerca generica su Google e ho trovato un’associazione benefica che si occupa di raccogliere fondi per i bambini della Birmania. L’associazione si chiama Children Do Matter ed è stata fondata da 3 ragazzi italiani che vivono a Londra. Li ho contattati e una di loro mi ha dato molte indicazioni e mi ha raccontato la sua esperienza nello stesso orfanotrofio in cui andrò io.

Lo racconti anche a noi?

Lei e i suoi due amici sono stati lì ad ottobre e con i soldi che avevano raccolto hanno comprato un materasso per ogni bambino, vestiti, giocattoli e una lavatrice. E hanno anche assunto due donne affinché si prendano cura dei bambini, che sono 120 in tutto. I tre ragazzi hanno anche fatto in modo che un medico visitasse tutti i bambini. La maggior parte di loro ha malattie della pelle, come tigna e scabbia.

Cosa farai in orfanotrofio?

Mi rimetterò in contatto con il medico, affinché torni a visitarli e controllerò che le due signore assunte dai ragazzi di Children Do Matter facciano effettivamente quello per cui ricevono un compenso. E inoltre farò delle lezioni d’inglese. Comunicare sarà difficile, ma sono sicura che in qualche modo ci capiremo. Sto preparando delle canzoncine sui numeri in inglese e delle immagini che ci aiuteranno a comprenderci a vicenda.

Cosa sai dei bambini e dell’orfanotrofio?

I bambini sono tutti maschi. Alcuni di loro sono bambini monaci. Non tutti sono orfani, alcuni sono stati lasciati lì dai loro genitori perchè non avevano di che sfamarli. Hanno dai quattro ai sedici anni. I più grandi vanno a scuola, ma non studiano l’inglese. L’orfanotrofio non ha un sito, tanto meno il computer o la connessione ad internet. Per adesso, dell’orfanotrofio ho solo qualche foto che mi è stata inviata dai ragazzi di Children Do Matter.

Che tipo di paese è la Birmania?

È un paese che si sta aprendo solo ora alla modernità, e a piccolissimi passi. Fino a poco tempo fa non c’era neanche il bancomat. Per molto tempo la dittatura militare ha oppresso la popolazione, perseguitando chi osasse dire la parola “democrazia” in pubblico. Dal punto di vista naturalistico però, è un paese meraviglioso.

Hai avviato una raccolta fondi?

Sì, anche quest’anno mi sono servita di una piattaforma di crowdfunding per raccogliere fondi. Abbiamo già raccolto 800 euro, più di 500 online e il resto in maniera tradizionale, con cui sono sicura che potremo fare davvero tanto per questi bambini.

E i bambini del Nepal?

Non li ho dimenticati. Ho inviato a Krishna i soldi raccolti grazie alla mostra “Scatti di Umanità” che ho avuto l’opportunità di allestire nel circondario e anche quelli raccolti grazie ad una cena benefica. Lui mi ha inviato le foto dei bambini. Sono cresciuti tantissimo in questo anno.

Porterai con te anche quest’anno la tua macchina fotografica?

Certo. La mia reflex partirà con me. E spero di poter ripetere lo stesso iter dello scorso anno. Allestire delle mostre e inviare il ricavato all’orfanotrofio.

Questo tipo di viaggio è davvero intenso e particolare. È capitato che qualcuno dei tuoi amici abbia deciso di fare la tua stessa scelta?

Non è ancora successo, anche se io consiglio sempre questa esperienza. È importante però fare questa scelta in maniera ponderata e non sulla scia di qualcun altro. Bisogna informarsi, documentarsi e avere il coraggio di mettersi in gioco. A me piacciono le sfide.

 

Se la storia di Alice vi ha incuriosito e state pensando di dare anche voi il vostro contributo, ecco il link alla piattaforma di crowdfunding.

Informazioni sull'autore

Adriana Giombarresi

Lettrice vorace di libri (soprattutto di quelli di Camilleri), amo disegnare, sia con matite e colori, sia con il prezioso aiuto di Illustrator e famiglia.