Arte

Dal pane all’oro: intervista allo scultore Matteo Lucca

Sculture di Pane - Matteo Lucca

Questo è un articolo che va letto possibilmente a stomaco pieno. Si perché tra tutti i materiali con cui si può realizzare una scultura, Matteo Lucca ha deciso di usare proprio il pane.

Dopo aver esposto le sue creature bruciacchiate all’aperto, nelle foreste casentinesi e in altre mostre al coperto, fa tappa questa volta nella galleria più giovane di Ravenna. Si tratta del MAG – Magazzeno Art Gallery (via Magazzini Posteriori 37), inaugurato appena sei mesi fa e che condivide gli spazi – ma su due piani distinti – con Bonobolabo, negozio di articoli a sfondo artistico.

Questa domenica, nella sala espositiva, era presente anche l’artista, disponibile a dialogare con i visitatori, tra una tazza di tè e del sempre gradito pandoro. Ne ho approfittato per fargli qualche domanda.


Che scuola hai fatto?

«Sono partito con l’Istituto d’Arte di Forlì e ho continuato con l’Accademia delle Belle Arti di Bologna, che ho finito nel 2007 (con un po’ di anni fuori corso). Dopo l’accademia ho subito iniziato a definire il mio percorso artistico, facendo nuove esperienze e allestendo mostre. È stato sempre un percorso abbastanza fluido, continuativo.»

Sculture di pane di Matteo Lucca al MAG. Foto di Roberto Turturro.

Come hai iniziato a fare l’artista?

«Tutto parte durante gli ultimi anni delle superiori, quando ho deciso di dedicarmi a questo. Il mio interesse è sempre stato quello di lavorare sulla figura, sul corpo umano. Inizialmente le mie prime creazioni erano legate a lavori con i metalli – piombo, rame, ecc. – dove c’è sempre stata una componente artigianale molto forte e una parte di ricerca e di sviluppo per quello che poteva essere un dialogo con il contemporaneo. E poi nel tempo l’utilizzo dei materiali, che per me è sempre stato abbastanza importante, si è sempre più ampliato. E quindi sono arrivato a tessuti, gessi, situazioni legate ad arti performative e in ultimo col pane.»

Matteo Lucca e le sue statue di pane. Foto di Roberto Turturro.

Matteo Lucca e le sue statue di pane.

Perché proprio col pane?

«Diciamo che fa parte di questo lungo percorso nato alle origini, da diversi anni a questa parte. Un’intuizione che ha dovuto aspettare diversi anni finché non si è ripresentata la possibilità di poterla sviluppare con un po’ più di maturità. Il lavoro del pane nasce da frammenti di diverse esperienze maturate nel corso degli anni, non solo legate al percorso artistico ma anche a livello personale, creando quasi un lavoro biografico.
A volte c’è un’intuizione, fa parte della ricerca artistica. Può essere anche solo una battuta: se uno la sa cogliere ti porta poi a sviluppare un lavoro.»

Al momento quindi stai proseguendo con questa idea?

«Da qualche anno sto puntando su questo, nonostante continui a portare avanti anche tutte le altre ricerche. Va a periodi, ma al momento sì.»

Fai l’artista a tempo pieno o per hobby?

«Questo è proprio il mio lavoro. In realtà ho anche altre attività, che considero come “arrotondamenti”, però l’attività di artista è sempre stata la mia priorità.
Ad oggi fare la vita dell’artista non è comunque facile in Italia, per cui già riuscire a cavarsela senza il bisogno di dover fare altro penso che sia una gran fortuna.»

Sculture di pane di Matteo Lucca al MAG. Foto di Roberto Turturro.Cosa hai utilizzato oltre all’impasto?

«Questa produzione utilizza la ricetta del pane montanaro, quello che mangiamo tutti i giorni, forse la cosa più semplice che un fornaio può produrre. In origine parte di queste sculture sono nate per essere consumate, lasciandole degradare in un luogo naturale o magari dandole da mangiare ad animali. A distanza di un anno e mezzo questi lavori hanno continuato a girare per diverse mostre, e si è presentata la questione di doverle preservare con uno speciale trattamento che sto continuamente perfezionando.
Ho collocato una di queste statue (appena cotta!) in un prato in mezzo ad alcuni asini. La parte dorata è stato un modo per andare a sottolineare i punti in cui l’opera si è consumata, perché mangiata dagli animali. La vedo come una forma di elevazione: dove l’asino mangia il pane diventa oro. L’opera è così completa.»

Perché le statue sono poste a diversa altezza e girate in queste posizioni?

«Questa è stata più una soluzione di allestimento per trovare un dialogo di gruppo, per dare un senso di coralità e di dinamicità con lo spazio.»

Sculture di Pane - Matteo Lucca

L’esperimento iniziale.


La mostra resterà visitabile fino al 24 febbraio 2018 e l’ingresso è gratuito. La sala espositiva sarà aperta mercoledì, giovedì e venerdì dalle 16:00 alle 19:30, il sabato dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:30. Potete seguire l’artista su Instagram e Facebook. Per ulteriori informazioni visitate la pagina Facebook del MAG.

Informazioni sull'autore

Roberto Turturro

Nerd, musicista, fotografo.
Sono un amante del dettaglio e delle piccole cose.
Ogni tanto mi perdo a fantasticare su un mondo immaginario in cui gli artisti emergenti riescono ad avere il successo che meritano.