Arte

Andante: il ritmo delle immagini di Alex Majoli

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Andante: andante come un viaggiatore che procede per la sua strada, andante come una musica dal ritmo quieto, ma comunque potente. Andante come la mostra del fotografo Alex Majoli, inaugurata lo scorso 14 aprile al Mar – Museo d’Arte della città di Ravenna.

Dopo le soddisfazioni di Montezuma, Fontana, Mirko – La scultura in mosaico dalle origini a oggi e il viaggio nella cultura grafica italiana con Licalbe Steiner, il museo torna alla fotografia con un nome presente nell’albo della prestigiosa agenzia Magnum Photos.

andanteAlex Majoli non ha scelto a caso questo titolo, che rispecchia con profondità e onestà le sale di questa mostra, risultato di oltre trent’anni di attività. Come espressamente suggerito dallo stesso fotografo, tuttavia, Andante non si tratta di una retrospettiva. La mostra ha un proprio ritmo, alcuni fili conduttori, a volte chiari, altre meno.

Sta anche all’osservatore trarre le proprie conclusioni, vedere una propria e personale versione di ciò che trova esposto di fronte a sé. Majoli è un fotografo che viaggia, esplora, raggiunge le zone del globo più in difficoltà, rappresenta i continenti nella loro crudezza più esplicita.

Tra guerre, ribellioni, dolore e lacrime, non chiude comunque la porta al tema dell’amore, della poesia, della fantasia.
Queste fotografie sono come quadri: non importa dove, non importa come, sono state realizzate. Non per raccontare una storia, come Majoli stesso asserisce, perché non hanno questa “pretesa”. Ma per suggerire qualcosa, in alcuni casi urlandolo a piena voce, in altri sussurrando con discrezione.

Dei tre piani totali, i primi due sono stati pensati su misura per il Mar e le sue sale. Come detto, il percorso ha un proprio senso, una direzione adattata agli spazi a disposizione, mentre ci porta in tutto il mondo, dall’Italia alla Russia, dalla Cisgiordania al Congo, dalla Cina all’Egitto. Questa indagine della condizione umana porta Majoli a inserirsi chirurgicamente nei contesti in cui si trova, mostrando e mostrandosi. Niente “zoom” per il precoce fotografo ravennate, soltanto autenticità, presenza, coraggio di mettersi volontariamente nell’occhio del ciclone.

Il risultato di questo metodo è una serie di immagini intense, che quasi trafiggono per la loro forza. Altre ci trasportano all’interno del proprio movimento, del proprio ritmo. Altre ancora ci portano a immedesimarci nei soggetti o, in alcuni casi, anche nello stesso fotografo.

andanteIl terzo piano della mostra è presentato come progetto a parte, curato da Diane Dufour, direttrice del Museo LE BAL di Parigi, David Campany, uno dei massimi curatori a livello mondiale di allestimenti fotografici, e Cyrill Delhomme, sempre del Museo LE BAL di Parigi: Scene.
In queste sale la teatralità dell’esperienza fotografica diventa centrale: con l’aiuto dei suoi assistenti, Majoli monta dei flash molto potenti prima di scattare, ovunque si trovi. In mezzo a una strada, in un locale, in Brasile, in Congo, in Corea del Sud, in Europa. I suoi soggetti, a quel punto, possono decidere se prestarsi allo scatto, se cambiare atteggiamento, se dileguarsi semplicemente.
Una sorta di performance d’ispirazione pirandelliana, una rottura sfacciata della quarta parete, un esperimento più che riuscito.
Con i flash e il bianco e nero, anche il giorno diventa notte nelle fotografie. I “personaggi” e il “palcoscenico” rimangono fissati, sublimati dalla forte luce artificiale.

Andante rimarrà fino al 17 giugno 2018, visitabile dalle 9 alle 18 dal martedì al sabato e dalle 11 alle 19 la domenica. La biglietteria chiude un’ora prima.

Per ulteriori informazioni, vi invitiamo a visitare il sito del Mar.

Informazioni sull'autore

Silvia Rossetti

Italianista e multitasker. Scrittrice quando c'è tempo, teatrante per divertimento. Forza Tassorosso.