Arte

L’arte di Piero Dosi al Barnum: il mondo in un autoritratto

Piero Dosi - autoritratto - particolare

Che cosa unisce il proprietario di un pub di Ravenna e Piero Dosi, pittore nato nel 1946 e morto nel gennaio del 2016? Un’affinità non spiegata, un legame intangibile, cominciato in un mercatino.

Il Barnum ospita da due mesi tra le sue pareti la mostra dedicata al pittore lughese Piero Dosi. Tante persone hanno già risposto al richiamo delle sue opere, che si sono incastonate perfettamente negli spazi del locale, come se fossero state fatte proprio per stare lì.

Ma perché scegliere un pub per organizzare una mostra d’arte?

piero doLo abbiamo chiesto a Paolo Trioschi, il curatore, che ci ha raccontato come l’idea sia nata da un affetto sincero e da una passione decennale. Da anni, infatti, Giorgio, il proprietario del locale, apprezza il lavoro di Piero Dosi e custodisce gelosamente alcuni quadri dell’artista, che ha acquistato nei mercatini della sua città.

Ma ci anche altre ragioni alla base di questa decisione. Innanzitutto la voglia di condividere con il numero più ampio possibile di persone il ricordo di un artista che ha fatto dell’arte la sua ragione di vita. La mostra, infatti, è fruibile in orari non lavorativi, gratuitamente, in modo semplice, senza pomposità.

La vita protagonista

E questo perché Piero Dosi, ci racconta Paolo, era una persona particolare, sensibile, poco incline al mercato, che viveva appartato, in maniera semplice.

Nato nel ’46 a Lugo, ha trascorso gli anni della sua gioventù in seminario. E questa esperienza ha segnato fortemente la sua esistenza. Una volta uscito dal seminario ha cominciato a dipingere e non ha più smesso, riversando nei suoi quadri tanti momenti dolorosi e mettendo sempre in primo piano la dimensione umana.

piero dosi - autoritratto

Piero Dosi ha vissuto la sua vita dipingendo, facendo una scelta radicale: non si è sposato, non ha avuto figli, non ha cercato un lavoro che non concernesse la pittura. Militante di lotta continua, negli anni ’60 si è distinto per un fortissimo impegno politico. I suoi striscioni erano i più ambiti durante le manifestazioni.

 

L’autoritratto come finestra sull’umanità

Nella seconda parte della sua vita, dopo la delusione politica, si è isolato a dipingere e ha cominciato un ciclo di pacificazione con la vita che ne ha mostrato l’infinita dolcezza. In Piero Dosi c’è una profondità da esplorare che ha nell’autoritratto il suo tratto più significativo.

Con l’autoritratto Dosi ha raccontato il suo mondo. Nei suoi quadri le figure si nascondono dentro e dietro il suo volto. I suoi autoritratti sono tutti diversi, particolarissimi. Il suo occhio, spesso malinconico, è uno sguardo sul mondo che si decompone. Un piccolo spiraglio aperto sulla sua personalità, che permette di conoscerlo più da vicino.

Piero Dosi abitava e dormiva con i suoi quadri, che sono tantissimi, più di 300. In casa sua, racconta Paolo, era intenso l’odore della pittura ad olio. La casa dei suoi familiari è ancora piena delle sue opere, il numero è impressionante.

La mostra sarà visibile fino al 28 febbraio

Le opere in mostra al Barnum sono 21, prestate per l’occasione dalla sua famiglia, che è stata felicissima di questo omaggio. Sono state dipinte nel periodo di tempo che va dal 1994 al 2016.

Sì, 2016, perché, come ha testimoniato la sorella, Piero Dosi ha dipinto fino a pochi giorni prima di morire. Il suo ultimo quadro, quello a cui Paolo è più affezionato, è forse il più importante, perché è la prova tangibile della forza di una passione.

piero dosi - ultima opera

Le opere, che il caso ha voluto della misura perfetta per essere esposte al Barnum, sono poste le une accanto alle altre per armonie di colori. Non c’è una rigida regola cronologica, ma una più ben armoniosa affinità cromatica.

I quadri di Piero Dosi sono una finestra sull’umanità, sulle sue fragilità, sulle sue mille sfaccettature. Quelle con cui tutti conviviamo quotidianamente, anche quando siamo seduti in un pub con gli amici.

Informazioni sull'autore

Adriana Giombarresi

Lettrice vorace di libri (soprattutto di quelli di Camilleri), amo disegnare, sia con matite e colori, sia con il prezioso aiuto di Illustrator e famiglia.