Letteratura

Fernandel e il coraggio dell’originalità. Intervista all’editore Giorgio Pozzi

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Sorriso cordiale, semplicità e tanta voglia di raccontare: questo e tanto altro è Giorgio Pozzi, l’editore di Fernandel. Da anni Fernandel, una delle case editrici di Ravenna (forse la più combattiva, sicuramente la più originale) pubblica libri di grande interesse, facendo scelte nette, a volte controverse. All’interno del suo catalogo spiccano grandi nomi, come Eraldo Baldini, e tanti esordienti. Nel 1994 iniziò la sua storia come rivista letteraria.  Nel 1997 dette alle stampe il suo primo romanzo. A vent’anni da quell’esordio, ci siamo fatti raccontare un po’ di storia, alcune impressioni e qualche novità dal suo creatore, Giorgio Pozzi.

Innanzitutto, perché il nome Fernandel?
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Tre mani nel buio di Eraldo Baldini.

All’inizio mi chiedevano sempre perché, evidentemente è un nome che rimane impresso. Nel 1994 con alcuni amici stavamo creando una rivista letteraria e cercavamo un nome lontano dalle tendenze dell’epoca. Volevamo un nome curioso. E Fernandel ci è piaciuto subito. È un nome che, soprattutto in Emilia Romagna, richiama i film di don Camillo e i libri di Guareschi. Poi abbiamo chiesto al nipote di uno dei soci di riportare la scritta ‘Fernandel’ su un foglio: e il logo della casa editrice è il suo miglior risultato. Mescolare l’infanzia e la scrittura è un modo per sdrammatizzare. Un approccio informale con la scrittura, un approccio dal basso che è sempre stato una caratteristica di Fernandel.

Nel tempo Fernandel si è fatta notare per il suo grande lavoro di scouting. Da Gianluca Morozzi, a Paolo Nori, a Grazia Verasani, autori che pubblicano tanto e con grandi editori. Per usare un termine calcistico, siete un grande vivaio.

È un termine calcistico, ma negli anni Novanta era usato anche in letteratura per le riviste. Fare scouting è un passaggio quasi obbligatorio per una casa editrice che si occupa di narrativa. In questo modo vai a vedere cosa la gente tiene nel cassetto. Siamo partiti dal basso, investendo quasi niente. C’erano la voglia e l’esigenza di cercare nei manoscritti qualcosa di buono da pubblicare. La grande e la piccola editoria sono due mondi paralleli: condividono le stesse logiche, ma ragionano con dimensioni economiche assolutamente diverse.

E sempre a proposito di scouting: un consiglio per i “futuri esordienti”?

Stavo leggendo ieri un articolo sulla rivista Vice: avevano intervistato alcuni editor importanti e tutti concordavano sul fatto che la moda degli esordienti è finita. Secondo loro conta di più affidarsi a un agente. Il consiglio che do io, come piccolo editore, è scrivere qualcosa di originale. Smettete di guardare la tv e create un modo di scrivere originale. Siamo andati incontro a una grande omologazione e l’immaginario del Paese si è impoverito. Adesso si imita, si finge l’originalità. Questa è una perdita culturale.

Parliamo della distribuzione: come fare a confrontarsi con i grandi editori?

Non c’è confronto. Sono mondi diversi, senza punto di contatto. Oggi ci sono pochi grandi distributori e alcuni piccoli locali. Fernandel riesce ancora a inserirsi nel grande mercato. Gli editori che nascono adesso, invece, faticano a trovare spazio nella grande distribuzione. Sai dove avviene un confronto, o meglio, un riconoscimento? Quando un autore, scoperto da una piccola casa editrice, viene preso e passa a un grande editore: allora capisci di aver fatto la tua parte.

Cosa vuol dire fare l’editore in una piccola città?

Fino al 2002 quando me lo chiedevano dicevo che Ravenna era un posto come un altro. All’inizio non mi interessava il contesto locale. Poi ci sono state alcune collaborazioni importanti, come “Opera Prima Città di Ravenna” e il laboratorio di scrittura “Raccontare Ravenna” che aveva l’obiettivo di scrivere un romanzo collettivo sulla città. Ma dopo la débacle di Ravenna2019 non ho più avuto altre collaborazioni con le istituzioni. Bisogna riconoscere, d’altra parte, che queste collaborazioni hanno portato visibilità a Fernandel anche sul territorio ravennate.

Tra le vostre collane c’è Illustorie: qual è il futuro delle graphic novel?

Un futuro di nicchia con alcuni editori specializzati (come Tunuè). Beccogiallo ha fatto alcuni bei lavori sulla storia d’Italia. È un fenomeno esploso dieci anni fa e che sembra essersi esaurito.

E-book contro carta: sono piani paralleli, o ne rimarrà solo uno come in Highlander?
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Processo a Rolandina, il romanzo storico di Marco Salvador.

Sono piani paralleli, se ne rimarrà solo uno sarà in un tempo così lontano che io non vedrò. Sono due mercati paralleli e quello degli e-book è ancora abbastanza marginale. Io sono partito con il digitale nel 2011, un po’ agli esordi degli e-book in Italia. Ognuno ha il suo pubblico: c’è chi legge in entrambi i modi, chi solo e-book e chi solo su carta.

Infine, uno sguardo alle prossime uscite. Cosa bolle nella pentola di Fernandel?

Il nuovo romanzo di Marco Salvador, Processo a Rolandina. È un romanzo storico, un genere che non mi è congeniale, ma faccio sempre delle eccezioni quando ci sono aspetti originali. Come il tema della sessualità in Rolandina. Rolandina Roncaglia, la protagonista del romanzo, è una transgender. Siamo nella Venezia del Trecento, dove la sodomia (anche tra maschio e femmina) è reato. È una storia vera, e questo la rende molto efficace. Salvador ha scritto molti romanzi storici, ma finora, per Fernandel, aveva pubblicato solo libri di narrativa attuale. Durante le ricerche per un altro romanzo si è imbattuto nei documenti riguardanti Rolandina e mi ha proposto l’idea.

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Ladre di Felicità, di Milena Costagliola, in uscita a giugno.

A giugno invece uscirà Ladre di felicità di Milena Costagliola. Ha un tema vagamente analogo al Processo di Rolandina. La protagonista, Giulia, è una donna della periferia napoletana, sposata e con tre figli, che si innamora di un’altra donna. Giulia non si considera lesbica eppure rimane coinvolta in questo rapporto amoroso che deve tener nascosto. Poi però la loro relazione viene scoperta e Giulia rischia di perdere tutto: il marito, i figli e il rispetto delle persone che conosce.

Informazioni sull'autore

Matteo Pezzani

Scrittore, storico, blogger, giornalista, buffone di corte ecc..